7 ottobre 2010

Calma e sangue caldo

Ricevo da un affezionato lettore e volentieri pubblico:

Cara Letizia,
vorrei approfittare del tuo spazio per alcuni chiarimenti, l'altra sera ero a cena con amici e tra una pizza, uno scherzo e una battuta, mi sono reso conto di essere stato travisato, come se fossi uno sbrigativo a cui non piacciono i preliminari.
Proprio di questo vorrei qui parlare: dei preliminari.
Innanzitutto proviamo a definire cosa intendiamo per preliminari: io li definirei come quelle pratiche ante coito che servono a portare l'eccitazione e la carica ormonale al livello giusto. Ma dove finisce il preliminare e comincia il coito? Quando lo metti dentro? Una fellatio o un cunnilingus sono preliminari? Quindi se ti fai uno spettacolare 69 con orgasmo di entrambi, hai fatto solo i preliminari? Qui ci sarebbe molto da discutere.
Cominciamo dall'esigenza di queste pratiche preparatorie, secondo me è molto soggettivo, cambia da individuo a individuo, cambia da con chi lo fai, cambia da situazione a situazione. Per comodità generalizziamo, di solito la donna in questo settore è più esigente ed ha bisogno di più tempo.
Immaginiamo una scena:
lui a letto nudo, lei in bagno che si prepara, coppia consolidata od occasionale, non è importante, lui è impaziente, lei entra in camera con solo un baby doll, si ferma in fondo al letto, lo guarda sposta le spalline e l'indumento è sul pavimento, resta lì in piedi nuda, con un seno prepotente e la passerotta alla moicanina ... ecco per molti maschietti a questo punto i preliminari sarebbero sufficienti... ma andiamo avanti... lei dopo qualche istante che si è fatta ammirare lo raggiunge, si abbracciano. Lui già la aprirebbe in due, ma sa bene che rovinerebbe tutto, quindi le mani partono alla ricerca dei bottoni giusti. Qui bisogna fare una distinzione, coppia consolidata o occasionale, nel primo caso lui dovrebbe sapere come muoversi e cosa toccare e come per accendere il motore, nel secondo bisogna scoprirlo. Mi viene in mente una metafora, è come suonare uno strumento scordato, che a tentativi devi accordarlo. Cominci a sfiorare a toccare a baciare sempre attento alle reazioni, sempre alla ricerca di un sospiro, di occhi che si chiudono e labbra che si schiudono, di gambe che ti invitano, di ventri che si contraggono. Le baci il seno, forte? Piano? Dipende! Lo devi scoprire. Poi inevitabilmente arrivi là con la lingua a stanare il bottoncino magico e la musica cambia. A questo punto occorre un distinguo, donna pluriorgasmica o monorgasmica, la prima ti lascia andare avanti fino ad arrivare al suo primo orgasmo (beata lei!), la seconda (nel mio film) lo ferma, non vuole venire così, ma con la penetrazione, allora prende iniziativa e... capovolgimento di fronte; lo sistema supino, afferra il suo uccello già da un pezzo in maestosa erezione e comincia a succhiarlo con trasporto. Una scarica elettrica gli attraversa la spina dorsale, lei sta ben attenta a non esagerare, a non farlo esplodere vedendosi così sfumare il gingillo del piacere. Lo tiene in bocca per pochi minuti, poi gli sale sopra, lo prende con la mano, lo indirizza verso la sua intimità e sedendosi se lo infila tutto, in un sol boccone. Pochi istanti ferma, cercando la massima aderenza dei pubi e la massima penetrazione e poi comincia il saliscendi, sempre più veloce. Lui, mani sulle chiappe, spinge verso l'alto seguendo il ritmo di lei e leccando le turgide tette che gli ballonzolano davanti al viso. L'orgasmo non tarda, lei accelera il ritmo, cerca con insistenza lo sfregamento del suo clitoride sul pube di lui, poi esplode: occhi chiusi schiena inarcata, contrazioni pelviche respiro affannoso. Lui non poteva venire dentro, sapeva che lei non era protetta, si guardano negli occhi, lei appagata lui con un'aria contrariata ed un palo di marmo ancora dentro. Lei fa uno sguardo birichino, ha un'idea per soddisfarlo, si solleva, si sfila il membro pulsante, si sistema un po' più avanti e lo punta sul secondo canale. Comincia a scendere ed impalarsi su quell'attrezzo che, se possibile, è diventato ancora più duro. Lei si morde il labbro, le fa un po' male, si ferma con la punta dentro, aspetta che il suo buchetto si abitui all'ingombrante intrusione. Poi riprende la discesa, lentamente ma inesorabilmente fino in fondo. Quanto è ben piantato in lei, guarda lui intensamente negli occhi, lo bacia e comincia a pompare. Bastano poche spinte, lui è al limite, e le scarica tutto il suo seme nelle viscere.

Ecco, in questa storia, dove finiscono i preliminari e comincia il sesso?
E' aperto il dibattito.

2 commenti:

  1. carissimo anonimo:) il dilemma che poni e' per sempre, nel senso che non esiste ( a mio avviso) una risposta...mi basiscono a volte queste nette distinzioni tra una fase e l'altra del rapporto, questi schemi mentali che purtuttavia (ahime') esistono, mentre mi appare piu' naturale considerare il tutto come un mix di ricette dello stesso pasto eccitante e sazievole. Al contempo mi chiedo (e ti/vi chiedo): quando due scelgono di stare assieme, non dovrebbero desiderarsi alla follìa, vanificando quindi la necessità così spiccata di preliminari?
    ti rimetto l'ardua sentenza
    un abbraccio
    L.

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  2. Cara Letizia, come al solito hai colpito nel segno. Volevo arrivare proprio lì: secondo me non esiste un confine, non esistono fasi, esiste la passione e l'intesa. Se in una coppia ci sono questi ingredienti andrà tutto bene, se non ci sono, non c'è manuale o kamasutra che tenga. Può capitare che ti guardi negli occhi e 10 secondi dopo sei dentro di lei, come puoi passare un pomeriggio ad accarezzarti e baciarti.
    Spesso facciamo sesso come dei geometri, misuriamo tutto, quanto è lungo, quanto è largo, quanto duri, quanto spingi, quanti minuti per i preliminari, quanti per il coito, quante carezze ecc... poi arrivano le sindromi da prestazione!
    Quando hai una donna/uomo per le mani, è bello scoprirla/o, capita di essere un po' maldestri, ma se c'è attenzione la sintonia si ritrova subito.
    Vedo che molti/e leggono, si "emozionano", ma si guardano bene dal dire la propria. Forza gente, trattiamo l'argomento più naturale ed interessante che ci sia.

    L'"anonimo"

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