8 agosto 2012

Maremoto



È il giorno del tuo compleanno, e piove.
Più che piovere, sembra che tutte le forze dell’Universo si siano raccolte per scatenare l’inferno. Una violenta doccia gelata scesa dal cielo a lavare via il sudore di questi giorni.
Come quando oggi, sul ciglio dell’orto, mi hai chiesto senza preavviso: e l’amore come ti va?
Ho scosso la testa, ma il tuo sguardo mi ha fatto intendere che non era abbastanza. E non sapevo come levarmi dall’imbarazzo. Non trovavo altre parole. Ma proprio in quel silenzio ci siamo intese. In quella gola strozzata dall’emozione. Nello stomaco rappreso dalla paura di essere viste in tutta la nostra fragilità. Penso al plurale, mentre il sole è tornato a risplendere, senza più dominare da solo nell’azzurro, ma circondato da soffici figure accotonate nelle forme più strane: ho visto cammelli, foche, viandanti, aquiloni, visi sorridenti, visi pensierosi, visi distratti, visi e basta.
Nel cielo riesco a vedere tutto quello che mi va.
A volte prendo apposta la bicicletta per osservarlo mentre vado. Un giorno pedalando ho notato che il sole era d’un bianco pallido quasi anemico. E gli ho chiesto:sole, perché ? Dov’e’ finito il tuo smalto dei tempi d’oro? Perché hai cambiato colore così, senza motivo apparente?
Così si cresce, mamma, ho pensato. Si cresce quando inizi a parlare non più delle cose, ma alle cose.
E alle persone.
Perché tutti abbiamo un’anima da condividere. Storie da raccontare. Domande da eludere alzando lo sguardo fitto fitto verso il cielo.
È così che si sopravvive.
Siamo nate per amare o per sopravvivere?
Le tue braccia muscolose fanno pensare alla seconda.
Hai lottato per restare a galla mentre annaspavi in balìa della corrente. Il mare è sempre stato il nemico dei tuoi desideri. Tu amavi e ami la terra, le cose curate da te che portano beneficio, il frutto del seno tuo genuino, semplice, vero. Questo è l’amore che volevi. Sentire i piedi ben saldi sulla terra. Amarne i frutti ogni giorno.
E invece il destino ti ha gettato in un mondo sconosciuto. L’altamarea ove tutto è sommerso e non puoi mai fermarti, devi nuotare, remare o per lo meno galleggiare. Immagino il terrore della bimba che i genitori spingono in acqua per insegnarle a nuotare. E poi la rabbia di non riuscire ad uscirne.  La terraferma non era così distante, mamma. E poi col tempo hai imparato che si può navigare senza punti fermi, si può volare anche più in alto della propria immaginazione, e si può correre calpestando i piedi via lontano dalla terra, perché ce l’hai dentro quella terra, ed è lì che torni ogni volta a respirare pace.

20 giugno 2012

La coccinella


mi sono tuffata in mare nonostante l’acqua fosse gelida, perché ho deciso che era l’unico modo per svegliarmi.
ma svegliarmi da cosa?
ho preso a nuotare veloce per non sentire il freddo, fermandomi ogni tanto per riprendere fiato e non perdere la rotta.
“ci vuole costanza nella vita, ci vuole costanza..”
ma perché, babbo, perché?
ad un tratto sulla superficie acquosa scorgo una coccinella in evidente difficoltà. sulle prime la ignoro, poi torno indietro e decido di vedere se è ancora viva. con un dito la sollevo. in effetti si muove ancora, pur non godendo di ottima salute. così riprendo a nuotare con l’indice fuori dall’acqua per tenerla all’asciutto e riportarla a riva.
esistono corsi di primo soccorso per coccinelle?
se sopravvive mi porterà solo fortuna, o pure di più?
queste ed altre centinaia di domande mi frullano in testa mentre mi diverto ad inventare tecniche di galleggiamento ambulante con un dito indisponibile.
in realtà è tutta la mano ad essere fuori uso.
sì perché il dito non è mica indipendente.
se prova ad andarsene gli va dietro tutta la mano.
gli arti non hanno privacy. e non si sentono mai soli.
ma ne vale la pena?


non lo so. non sembra molto importante adesso.
mentre arranco divertita in cerca della terraferma mi chiedo: ma se salvo la coccinella, essa mi sarà riconoscente? mi giurerà fedeltà eterna? in una parola, diventerà MIA? sono questioni non facili da affrontare.
bisognerebbe chiederlo alla piccina, ma non credo avrebbe modo di rispondere.è impegnata in tutt’altro, e ne ha ben donde.
la verità è che mi arrovello assai sulla domanda, ma ho poca reattività sulle risposte. forse non sono fatta per ascoltarle. ho paura. le domande mi incuriosiscono, le risposte mi terrorizzano.

fatto sta che la piccina sembra rifiatare. mi sento bene e solidarizzo con i suoi sforzi di restare in vita nuotando nelle posizioni più strane. e le domande continuano a materializzarsi a fiotti. a rivoli, a ruscelli. non lo so, immaginate qualsiasi corso d’acqua scorrevole in natura, estraete il liquido e riempitelo di punti interrogativi.
riuscite a farlo?
benissimo. mi sento esattamente come il mio dito indice, un po’ meno sola.

sto compiendo un atto eroico, babbo, mi vedi? puoi essere orgoglioso di me? mi basta un sorriso complice, e io lo capirò. pur se non ho costanza, non l’ho mai avuta, e non solo perché ti somiglio, ma perché la parola mi evoca stanzini semibui di impiegati annoiati, chini sulle loro macchine a digitare sempre le stesse cifre tutte uguali. stanzini privi di vita. come la mia piccina, che però resiste impavida. sarebbe forse adorabile una vita così? non è che mi manca la costanza, babbo, semplicemente io NON LA VOGLIO. sono una creativa razionale. a tratti sognante. spesso cinica. non bado alle convenzioni, e nemmeno a spese. sono un’artista sui generis. un genio compreso. pure tu mi comprendi, in fondo. ti conosci ma non ti accetti. manca costanza.
e quali e quante altre donne, di grazia?
d’un tratto proprio una voce di donna spezza l’idillio tra me e me: “stai bene?”
è la voce della bagnina di salvataggio che su segnalazione di altri bagnanti si è gettata in mare a soccorrermi. mi credevano ferita ad un dito, visto che lo tengo irrigidito fuori dall’acqua. ferita e dolorante, e magari in procinto di annegare. con aria distratta alzo la testa e esclamo: “sto bene, stavo salvando una coccinella. possibile che non ve ne siete accorti?”

14 marzo 2012

Acqua calda

In principio fu l’acqua calda. Subito dopo venne l’idea (confermata dai fatti) che il maschio fu, fu stato, e sempre sarà, traditore. Possibilmente dopo aver apposto la firma in calce nerosubianco accanto all’amata consorte.

Così hanno il pasto caldo e tanto affetto assicurati al ritorno a casa dal lavoro.

Perché l’uomo tradisce solo per sesso.

L’uomo sa scindere.

L’uomo spesso è scisso, diciamolo.

Ha gli organi del corpo dissociati.

Vive la propria interiorità a comparti stagni.

E non c’e’ sulla Terra fedifrago che non sostenga di essere profondamente innamorato della propria metà.

Geniale direi.

Di una coerenza unica.

A mio avviso commovente, almeno a tratti.

Provo a tracciare qualche identikit di traditore in ordine sparso:

Il pragmatico: siete nella sua agenda tra i vari appuntamenti di lavoro, e non per nascondersi dalla consorte, quanto perché per lui fare sesso è uno dei tanti impegni quotidiani. Affidabile e sistematico, attacca puntuale saltando i preliminari, si svuota velocemente con ritmo meccanico mentre mentalmente si sta già organizzando per l’appuntamento successivo. Immaginatevelo nella scena del film di Verdone, quando il protagonista in pieno esercizio ginnico risponde ad una telefonata di lavoro e giustifica il palese fiatone esclamando: “sto facendo le scale!”.

Il disimpegnato: questo simpatico esemplare di traditore, all’opposto del pragmatico, nutre una profonda allergia agli impegni, per cui appare e scompare dal tuo letto “appena può”. Allegro, brillante, imprevedibile, pesantemente afflitto dalla sindrome di Peter Pan, sarebbe da prendere allegramente a calci se non fosse che possiede doti amatorie degne di un pornodivo, per cui vorresti legarlo al letto e non lasciarlo andare più via.

L’ansioso: pur avendo fatto del tradimento il senso del suo matrimonio, non riesce a gestire le emozioni. Vi penetra furiosamente ed eiacula velocemente per lasciar spazio ai suoi sensi di colpa. L’agitazione per il rientro a casa lo assale tanto da essere preda di un’ irrefrenabile logorrea e non riuscire più a schiodarsi dal vostro letto. Mentre emette frasi senza senso provate a rianimare l’attrezzo del piacere ma senza successo. Per fortuna è mansueto, si lascia accompagnare al portone docilmente.

Il traditore fedele: sembra un paradosso ma non lo è. Questo genere di fedifrago, pur palesando tresche reali e/o virtuali con chiunque possieda un apparato respiratorio, ha la faccia tosta di decantare quanto tu sia la sola ed unica luce nel buio della sua triste esistenza. Tipo che prima di averti conosciuta giammài avrebbe preso in considerazione l’idea di tradire. A che pro lancia l’ennesima bugia al mondo, non è dato saperlo.

Ma intanto ne parliamo…perché parlando si schiariscono le idee.

E a voi qual’e’ capitato?

Fedelmente vostra,

Letizia

2 settembre 2011

Bombolone alla crema

Dilemmi sudati da ombrellone.
Che proseguono all’aperitivo in terrazza.
Per immergersi nel long drink serale.
E finire all’alba spalmati sulle dita come crema o maionese.

Una vita da non morire mai.
Un’estate come tante altre.
Trascorsa con le amiche a chiedersi:

“Per iniziare una relazione è più importante l’attrazione fisica o quella mentale?”

C’est à dire, si inizia da sopra o da sotto?
Sesso o mente?
Corpo o anima?
Cuore o cervello?

La vera nota socio antropologica che vorrei riportare è che in genere, dalle grandi filosofie relazionali del nostro secolo, e senza essere giunte a NESSUNA conclusione logica, si finisce per disquisire avidamente di membri.

Membri provati, intravisti o addirittura sognati.
Membri di ogni razza e colore.
Membri marmorei, teneri, dolci e succulenti.
Membri misti per tutti i gusti.

Quindi la risposta è già insita nella domanda.
Una risposta del cazzo, mi consenta.
Ma reale.

Cosa ci scervelliamo a fare, mi chiedo, nel tentativo di mettere insieme il puzzle di una presunta anima gemella, se poi l’unico incastro che conta è quello anatomico?

Il fatto è che non puoi stare a ragionare troppo.
Portatelo a letto e poi vedi.
Lo dicevano anche le nonne*.
Anzi no.
Le nonne da tradizione consigliavano quello ricco.
La sapevano lunga.
Mentre noi al limite stiamo dietro a Rocco.
O forse sarebbe meglio stargli davanti.
In ogni caso nei pressi.
E’ rassicurante.
Avvolgente.
Introspettivo quanto basta.
Possibilmente anche retrospettivo.
Uno dal colpo sicuro.
Un uomo tutto d’un pezzo.
E che pezzo!

Purtroppo non è nemmeno questo che conta.
Intanto perché Rocco non esiste**.
Poi perché l’ardore fisico nella coppia prima o poi sfuma.
Muore.
Si spegne come un fiammifero nella neve.
E non sai più che pesci prendere.
Col plurale maiestatis, che fa figo.

E allora la risposta al dilemma esistenzialestivo per me è una:
si parte né da sotto né da sopra, ma dal sottosopra.
Dal sesso mentale.
Dall’anima che prende corpo.
Dalla sintonia delle parti e dall’anima del tutto.
Il silenzio che si fa musica.


Un fenomeno rarissimo, quasi quanto Rocco.

Celestialmente vostra.....
Letizia




*quando hai in mano una verità scomoda, la colpa è sempre della nonna! Ma che male avrà mai fatto?
**hai letto bene, NON ESISTE! uccidiamo i falsi miti una volta per tutte…..



16 marzo 2011

Luoghi comuni

Udite udite. In Inghilterra hanno pubblicato un libro che è già best-seller. E’ intitolato semplicemente: A cosa pensano gli uomini a parte il sesso.
Una copertina nera che salta all’occhio.
Un titolo accattivante
Un libro sicuramente di facile lettura.
Infatti all’interno ha 200 pagine completamente bianche.
Un quaderno di appunti. Utilissimo. Pratico. Uno schiaffo in faccia a tutte le femmine (noi) che si ostinano da secoli a cercare di trovare nella testa dei maschi pensieri diversi da quello.
Tipica la scena da film dove i due sono a letto, lui guarda assorto nel vuoto, e lei dopo 22 secondi netti di silenzio non resiste e lo spacca in 4 con la frase canonica: “ a cosa stai pensando?”.
Alla smorfia di lui, lei incalza con viso scocciato:” non mi dici mai a cosa pensi!”.

Ma cristosanto, se lui non ti rende edotta ci sarà un motivo!
Probabilmente (anzi, sicuro) non pensa a nulla.
Forse pensa a come si sentirebbe meglio dopo una bella scopata.
O, se l’ha appena fatto, pensa al modo più rapido ed indolore per addormentarsi.
Dopo la notte arriva mattina.
E la mattina significa lavoro. Ingannare il tempo con soddisfazione guadagnando da vivere.
Cosa desiderare di più?

Donne, impariamo da loro!
Hanno desideri semplici. Concreti. Basati sul momento presente.
Possibilmente realizzabili.
E infatti li realizzano. Non tutti, non sempre, ma l’idea è quella.
Ho conosciuto pochi uomini insoddisfatti della loro vita.
Della loro moglie, invece, tanti!

Perché lei non pratica a letto questo e quello.
E dire che l’avevano scelta proprio perché non faceva “questo e quello”.
Aveva l’aria di una brava ragazza.
Una santa.
Da sposare, appunto.
Così ora, dopo anni di convivenza, hanno la scusa buona per sfamarsi altrove.
Dicono: ne abbiamo l’esigenza. Lo facevano anche i cavernicoli, perché non dovremmo farlo noi?*
La società (maschilista)e la genetica sono dalla loro.
Anche alcune donne, ahimè.

E a proposito di donne, mi chiedo da sempre una cosa:
una volta appurata questa semplicità di raziocinio da parte dei maschi, che spesso fa a pugni con la nostra avida complessità concettuale**, perché non ne godiamo?
Abbiamo bisogno per forza di avere accanto un essere analogo al nostro?
Non sia mai!
Sai che casino, stare al mondo.
Molto più di adesso.
Tutti a farsi paranoie inutili.

Tutti a soffrire di insonnia e di stitichezza.
Tutti a scopare solo per amore.
Cioè mai!
Un mondo pieno di telenovelas.
E di reality shows.
Sarebbero felici solo i parrucchieri.
E le estetiste.
E il premio Nobel andrebbe all’inventore del gel per le unghie.


Il problema sorge quando incontri un uomo complicato.
A me è successo.
Insicuro. Difeso. Terrorizzato dalle conseguenze di venire a letto con te.
O, peggio, di instaurare una qualsivoglia relazione con te.
Estremamente cerebrale.
Su ogni piccola cazzata tesse discorsi di ore. A volte di giorni interi.
Elucubra, riflette, elabora i concetti più astrusi.
Spesso dimenticandosi che esisti.
Un soliloquio maniacale continuo e ripetuto.
Perché lui è sensibile.
Non prende le cose alla leggera.
Soffre.
Probabilmente l’unico a soffrire così tanto su questa Terra.

E così, per evitare di essere trascinata nel baratro del suicidio, inizi a rimpiangere Lui.
L’homo simplex..
Che non è un virus contagioso.
E’ il discendente del cavernicolo.
Magari fin troppo diretto e pratico, ma efficace.
Ci compensa.
Ci aiuta.

Donne, facciamoci aiutare!




contagiosamente vostra....

Letizia





*questo fa presupporre che si considerino addirittura “altro” dagli uomini delle caverne…buono a sapersi!
** non sempre. C’e’ anche qualche donna che tenta di imitare i maschi o, peggio, che fa il ministro.

25 gennaio 2011

Mister Sesso

Alzi la mano chi non ha mai avuto un Mister Sesso tra le lenzuola*.
Io l’ho avuto, e me ne vanto.
Se non altro per come si era messa all’inizio…
Perché non riuscivo a vedere in quell’energico giovane dai lineamenti perfetti un potenziale oggetto sessuale.

Certo, ero attratta dalle sue labbra carnose, ma non bastava.
Il suo sguardo era talmente dolce che a prima vista l’avrei scambiato per il classico fanciullo inesperto in cerca di emozioni forti. Non che la cosa non mi attizzasse…ma temevo fosse tanto ignaro del suo corpo e così in preda all’ormone post-adolescenziale da non rivelarsi all’altezza.

In più, quel suo fisico sottile e longilineo mi alimentava l’idea, in uno stereotipato immaginario personale di proporzioni e statistiche calcolate sulla base di esperienze precedenti, di una prestanza appena sufficiente.
Diciamo sotto la media.
Tutto sommato, quando ho accettato di vederlo dopo la sua vaga insistenza, ero pronta al peggio. Magari a consolarlo per il brutto voto preso all’esame dopo un coito da 23 secondi netti (compresi i preliminari)

E invece…
Gli è bastato sfilarsi gli slip, estrarre lo strumento e iniziare a strimpellare le mie corde.
Un genio, un talento innato, uno Stradivari del sesso.
Mister Sesso, appunto.

Con un particolare fondamentale:
Mister Sesso parla solo di sesso.
Di come farti godere, di come farlo godere, di come gli piace, di quanto ti piace, e menate del genere.
Un filosofo, a tratti.

E mentre lo fa, mentre nelle rare pause si mette a disquisire, non ti guarda mai in faccia.
Non sia mai che tu possa pensare che si stia rivolgendo PROPRIO a te.
Mister Sesso fa sesso a prescindere da chi c’e’ sotto.
O sopra.
O di fianco.
O davanti a 90 gradi.
Facciamo 95, è più folkloristico.

E c’e’ un’altra cosa che mi ha colpito:
Mister Sesso tiene il conto di tutti i tuoi orgasmi.
Pretende che li dichiari mentre stanno avvenendo, anche a costo di farti venire un infarto.
O di procurarti un’asfissìa per mancanza di ossigeno.
Ma è importante.
Anzi, è fondamentale.

Perche’ Mister Sesso probabilmente mette la tacca in doppia colonna, una per il numero di vittime e l’altra, con parentesi graffa, per la quantità di godute femminee procurate dal suo violino.
Una sottocolonna da vero masculo scafato.
Da matematico in erba, oserei dire.
Forse l’unica cosa importante (la colonna, non la matematica)da tramandare ai nipotini.

Cosi’, vaneggiando, dico che Mister Sesso e’ arrivato con il suo rottame di latta e se n’e’ andato a bordo di una Ferrari giallo fuoco.
Più veloce della luce.
Più raro del passaggio della cometa.

Dovrebbero farci una fiction.**
Una soap opera che si ripete sempre uguale.
Le vittime si sottopongono e si susseguono anche reincarnandosi in parenti et similia, e Mister Sesso è sempre lì.
Inossidabile.
Sempre sull’attenti.
Disponibile.
Il sogno di qualsiasi femmina sanadicorpoedimente.

Altrochè poliziotti e preti d’assalto, con Mister Sesso sai che audience!

Orgasmicamente vostra
Letizia





*naturalmente mi rivolgo a voi, amiche donne in ascolto….poi che anche agli uomini sia capitata una Miss Sesso tra le coltri, affari loro! che lo vengano a raccontare, se ne hanno il coraggio!

** aborro la TV e in particolare questo genere di telefilms, ma in questo caso la videodiffusione di certi personaggi potrebbe essere davvero spassosa.

17 gennaio 2011

Donna Letizia

Perche' una donna non puo' parlare liberamente di sesso senza essere presa per una "facile"? Io ne parlo e lo tratto come un qualsiasi altro argomento di conversazione.Anzi, di piu'. Lo metto avanti agli altri. Perche' aiuta a sviscerare le relazioni. E poi perche' va a toccare le corde di una mentalita', quella italica, un po' retrograda. Basta vedere le smorfie di chi ascolta. O i sorrisini di scandalo. O, peggio, l'agitarsi delle mani di certe donzelle affannate a dichiarare che "loro no, loro non lo fanno, non ne parlano e si dissociano".
Figuriamoci. C'e' pieno di suore di clausura, la' in giro.
Vedi, un uomo non lo farebbe mai. Un uomo al limite starebbe al gioco sbavicchiando un po', e poi proverebbe a portarti a letto. Perche' loro culturalmente sono sdoganati al sesso, e se la godono. Noi invece no. Dobbiamo nasconderci e trovare anche mille giustificazioni,a noi stesse prima che a tutti gli altri: che eravamo fuori di senno o, peggio, innamorate. (e a volte i due stati coincidono, sia detto per inciso).
Ma perche' non possiamo parlare di sesso e viverlo liberamente, nei modi e con le persone che scegliamo noi?
Ora che escort e ministre-soubrettes sono alla ribalta delle cronache, e' sempre piu' evidente che l'immagine femminile si e' ridotta a pura merce di scambio siliconata, alle sole dipendenze del potere edonistico maschile. Se fossi ignara della realta', le vedrei come bambole di gomma in un mondo hollywoodiano di cartapesta (e viagra), invece occupano gia' da anni le copertine scintillanti dell'immaginario collettivo. E poi hai voglia a dire che "per arrivare al potere devi scendere a compromessi". Questi non sono compromessi, qui ci stiamo snaturando.

Donne, e' ora di basta!

7 ottobre 2010

Calma e sangue caldo

Ricevo da un affezionato lettore e volentieri pubblico:

Cara Letizia,
vorrei approfittare del tuo spazio per alcuni chiarimenti, l'altra sera ero a cena con amici e tra una pizza, uno scherzo e una battuta, mi sono reso conto di essere stato travisato, come se fossi uno sbrigativo a cui non piacciono i preliminari.
Proprio di questo vorrei qui parlare: dei preliminari.
Innanzitutto proviamo a definire cosa intendiamo per preliminari: io li definirei come quelle pratiche ante coito che servono a portare l'eccitazione e la carica ormonale al livello giusto. Ma dove finisce il preliminare e comincia il coito? Quando lo metti dentro? Una fellatio o un cunnilingus sono preliminari? Quindi se ti fai uno spettacolare 69 con orgasmo di entrambi, hai fatto solo i preliminari? Qui ci sarebbe molto da discutere.
Cominciamo dall'esigenza di queste pratiche preparatorie, secondo me è molto soggettivo, cambia da individuo a individuo, cambia da con chi lo fai, cambia da situazione a situazione. Per comodità generalizziamo, di solito la donna in questo settore è più esigente ed ha bisogno di più tempo.
Immaginiamo una scena:
lui a letto nudo, lei in bagno che si prepara, coppia consolidata od occasionale, non è importante, lui è impaziente, lei entra in camera con solo un baby doll, si ferma in fondo al letto, lo guarda sposta le spalline e l'indumento è sul pavimento, resta lì in piedi nuda, con un seno prepotente e la passerotta alla moicanina ... ecco per molti maschietti a questo punto i preliminari sarebbero sufficienti... ma andiamo avanti... lei dopo qualche istante che si è fatta ammirare lo raggiunge, si abbracciano. Lui già la aprirebbe in due, ma sa bene che rovinerebbe tutto, quindi le mani partono alla ricerca dei bottoni giusti. Qui bisogna fare una distinzione, coppia consolidata o occasionale, nel primo caso lui dovrebbe sapere come muoversi e cosa toccare e come per accendere il motore, nel secondo bisogna scoprirlo. Mi viene in mente una metafora, è come suonare uno strumento scordato, che a tentativi devi accordarlo. Cominci a sfiorare a toccare a baciare sempre attento alle reazioni, sempre alla ricerca di un sospiro, di occhi che si chiudono e labbra che si schiudono, di gambe che ti invitano, di ventri che si contraggono. Le baci il seno, forte? Piano? Dipende! Lo devi scoprire. Poi inevitabilmente arrivi là con la lingua a stanare il bottoncino magico e la musica cambia. A questo punto occorre un distinguo, donna pluriorgasmica o monorgasmica, la prima ti lascia andare avanti fino ad arrivare al suo primo orgasmo (beata lei!), la seconda (nel mio film) lo ferma, non vuole venire così, ma con la penetrazione, allora prende iniziativa e... capovolgimento di fronte; lo sistema supino, afferra il suo uccello già da un pezzo in maestosa erezione e comincia a succhiarlo con trasporto. Una scarica elettrica gli attraversa la spina dorsale, lei sta ben attenta a non esagerare, a non farlo esplodere vedendosi così sfumare il gingillo del piacere. Lo tiene in bocca per pochi minuti, poi gli sale sopra, lo prende con la mano, lo indirizza verso la sua intimità e sedendosi se lo infila tutto, in un sol boccone. Pochi istanti ferma, cercando la massima aderenza dei pubi e la massima penetrazione e poi comincia il saliscendi, sempre più veloce. Lui, mani sulle chiappe, spinge verso l'alto seguendo il ritmo di lei e leccando le turgide tette che gli ballonzolano davanti al viso. L'orgasmo non tarda, lei accelera il ritmo, cerca con insistenza lo sfregamento del suo clitoride sul pube di lui, poi esplode: occhi chiusi schiena inarcata, contrazioni pelviche respiro affannoso. Lui non poteva venire dentro, sapeva che lei non era protetta, si guardano negli occhi, lei appagata lui con un'aria contrariata ed un palo di marmo ancora dentro. Lei fa uno sguardo birichino, ha un'idea per soddisfarlo, si solleva, si sfila il membro pulsante, si sistema un po' più avanti e lo punta sul secondo canale. Comincia a scendere ed impalarsi su quell'attrezzo che, se possibile, è diventato ancora più duro. Lei si morde il labbro, le fa un po' male, si ferma con la punta dentro, aspetta che il suo buchetto si abitui all'ingombrante intrusione. Poi riprende la discesa, lentamente ma inesorabilmente fino in fondo. Quanto è ben piantato in lei, guarda lui intensamente negli occhi, lo bacia e comincia a pompare. Bastano poche spinte, lui è al limite, e le scarica tutto il suo seme nelle viscere.

Ecco, in questa storia, dove finiscono i preliminari e comincia il sesso?
E' aperto il dibattito.

6 settembre 2010

Riso amaro

L’estate porta consiglio. Anche qualche notizia choc. Vengo a sapere da alcuni compari di fatiche natatorie e culinarie che, all’alba* del XXI secolo, esistono ancora donne che si esimono dalla pratica del sesso orale. Roba da pazzi. Ma dico, esiste hobby più rilassante? Ti sdrai in santa pace, ti sistemi la chioma, sputi il chewing gum, lo prendi in bocca e inizi a succhiare. Naturalmente il ciuccio** in questione deve essere gradevole all’olfatto, alla vista e al tatto. Deve essere vivo, deve rispondere prontamente alle sollecitazioni della tua lingua su di lui, deve dialogare con te in un delirio di sensazioni e di umori grondanti, adattandosi senza sforzo alla tua anatomia palatale.***

Ha un’anima, il ciuccio ideale?

A volte credo di sì, ma altri quesiti tolgono il sonno a noi dolci (e praticanti) pulzelle.

Ad esempio: labbra serrate o morbide? Lingua rigida o avvolgente? Con le mani o senza? Più in alto, più in basso, più a destra o più a sinistra? E così via…

A occhio e croce il ciuccio sembrerebbe di fede trasversale bipartisan…c’est-à-dire, gli va bene tutto, purchè si succhi. Sarà perché in quei frangenti è inutile fare domande, la vena è chiusa, il sangue è sceso tutto lì e la facoltà di parola tornerà dopo la prima birra prima della seconda sigaretta****

Tuttavia, nei miei esperimenti teorico-pratici ho individuato almeno 3 tipi di approccio alla pratica orale:

  1. il cosiddetto “bocchino”: prevalenza di labbra più o meno serrate in un saliscendi vorticoso. Aggiunta di lingua q.b. per aumentare l’effetto.
  2. il “pompino”, cioè labbra e lingua con risucchio bello corposo e anche rumoroso (volgave ma molto eccitante)
  3. il “soffocone” (o soffocotto), cioè succhiarlo costantemente fino a toccare la gola. Da praticare a piccole dosi, in quanto procura effetti collaterali assai indesiderati.

Teorizzando ulteriormente, potrei affermare che il massimo effetto si ottiene mixando a piacimento i 3 punti con molta fantasia e soprattutto con gusto….l’uomo godereccio e attento si accorgerà pressoché subito se state succhiando con gioia e piacere, o giusto per fare un favore o, peggio, “per il quieto vivere” (cit.).

Ma tornando ai dubbi da praticante, la domanda in realtà più scottante, che nessuna (forse) ha mai osato gridare è: non dovrò mica ingoiare quella roba làààà?

Eh sì perché diciamocelo, amiche all’ascolto: il frutto del praticantato non è esattamente una bevanda sopraffina. E’ assai viscido e con un retrogusto di kefir di capra andina andato a male.*****

Questo nella maggior parte dei casi, almeno a quanto mi risulta da brevi sondaggi di corridoio, spogliatoio, e quant’altro finisca in –oio.

D’altra parte è innegabile che l’ingoio finale sia una delle pratiche più piacevoli ed eccitanti che possa mai ricevere un uomo. E allora, perché fermarsi alle pendici se si può raggiungere la vetta?

Ultimamente discutevo con una compare di merende proprio su questo: come portare a termine la missione con classe ed eleganza dando anche l’impressione di essere semplicemente deliziate da cotanto miele?

Tra le tattiche studiate elenco le seguenti:

a) fingere un mal di denti improvviso e, correndo in bagno, depositare il tutto nel primo tubo di scarico a disposizione (da eseguire una volta sola in rapporti occasionali, alla lunga verresti sgamata)

b) mimando soddisfazione, trattenere il succo nella sacca sublinguale e nel frattempo sviluppare capacità ventriloque per intrattenere il partner. (da eseguire per pochissimi minuti e solo se il partner ha problemi di udito e/o presbiopia)

c) tappare il naso durante l’ingoio per non sentire il sapore (un classico intramontabile, lo facevamo anche con i fegatelli preparati da mamma nell’infanzia, ma ben poco fine….da eseguire senza essere viste, magari fingendo un prurito al naso improvviso)

d) tenere a portata di mano una busta o un bicchiere e tentare di evacuare lì, mentre fingi disperata di cercare un orecchino d’oro caduto sotto il letto durante il coito (eseguibile dopo mesi di allenamento, ove hai sviluppato grandi capacità ginniche e una velocità di esecuzione da record).

Una cosa è certa. Siamo lunatiche e imprevedibili, ma la fantasia non ci manca….provare per credere.

Inesorabilmente vostra,

Letizia

*in realtà siamo già a secolo inoltrato, ma adoro quell’espressione temporale così romantica!

**il riferimento all’infanzia non è casuale… da bimbi ci addormentavamo succhiando. Non è già questa una prova provante dell’assoluta piacevolezza della pratica orale?

***ok, qui esagero un po’, ma meglio puntare alto….in tutti i sensi.

**** dietro la mia maschera di anticonformista si nasconde una sostenitrice incallita di vari luoghi comuni, tra cui la sigaretta del “dopo” (mai fumata, credo….)

***** non siete mai stati sulle Ande? Peggio per voi….

28 giugno 2010

Scent of a (wo)man

Wanted, dead or alive. Parlo di tutti quegli esseri che provocano la controparte fino allo spasimo e poi si tirano indietro. Ci ripensano. Incassano l’allungamento o l’inumidimento delle parti intime altrui e lo registrano come vittoria. Dopodiche’ se ne vanno, magari con soddisfazione e con l’autostima alle stelle.
Dico, di taluni individui bisognerebbe appendere foto segnaletiche per la citta’. Spargere voce tra amici e parenti. Annettere lo struscio preterintenzionale tra le pratiche contro-natura* subito dietro la sodomia**. Dico, hai provocato una reazione evidente, ora ti assumi le tue responsabilità’. Per carita’, puo’ capitare di cambiare idea all’ultimo momento: esci per la prima volta con uno/a che ti piace, e al 36’ del I tempo ti avvicini a lui/lei per baciarlo/a e scopri che ha i denti color cappuccino e l’alito fetido. Dico la prima cosa che mi viene in mente. E da li’ inizi a giustificarlo/a pensando che sia la forte emozione della tua presenza a rendere la sua lingua irrimediabilmente cartonata. E vabbe’. Poi nel frattempo che ti eri messo/a il cuore in pace, anzi, avevi accolto l’idea con profondo senso di riconoscenza, scopri magari che ha le estremita’ corporee aromatizzate all’essenza di muflone. Allora li’ inizi a dubitare seriamente della scelta. E fai fatica a sbottonarti. In certi casi ci sta. Ma se il check up della persona e’ andato a buon fine, vi piace e non solo, avete gia’ tentato di infilargli/le provocatoriamente la lingua in bocca un paio di volte, allora si tratta di crudelta’ allo stato puro. Roba da prostituzione gratuita senza motivo apparente.
Il dilemma e’ il seguente: perche’ creare suddette situazioni? A tutt’oggi non so darmi una risposta. Pero’ fonderei un centro di ascolto, un telefono verde (dalla bile) per tutte le vittime dei profumieri e delle profumiere, di coloro cioe’ che te lo/la fanno solo annusare.
144-xxx xxx :chiamatemi, e condivideremo le nostre esperienze.
Seguono altri dilemmi estivi a ruota libera: ma i veri traditori sono quelli che sposano coerentemente l’adulterio e se ne vanno in giro ad infiocchettare chicchessia in un attimo di distrazione del coniuge, o i fedifraghi profumieri che tradiscono solo col pensiero?
E poi: ha un senso la coppia tout court? Intendo, la classica coppia che sta insieme da secoli e per secoli. La maggioranza, tra un dovere coniugale e l’altro, pare se ne vada in giro a divertirsi con propri simili***. Di conseguenza mi chiedo: ha un senso il giuramento di amore eterno? A me sembra una follìa. Che poi, se ami veramente qualcuno, che bisogno c’e’ di metterlo per iscritto su un documento ufficiale? Le scuse sono sempre le stesse: la sposa sogna l’abito bianco, lo sposo ha voglia di ubriacarsi con gli amici per l’ennesima volta, ed entrambi lo devono fare per i genitori****. In realtà a me sembra un tentativo di trattenere “legalmente” una persona per paura di perderla. In separazione dei beni, ovviamente, altrimenti perdi anche il capitale.

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Letizia


*per chi la subisce, ahimè, e non per chi la pratica. I/le praticanti sembra godano di un piacere sadico sottile nello stendere la preda e poi andarsene.
** meglio un sodomita davanti piuttosto che alle spalle…lo dico per voi lettori uomini, che siete la maggioranza. Chissà poi perché. Forse che a noi donne, come da copione, il sesso non interessa?
*** intendo dire con persone ugualmente stanche della vita coniugale e in cerca di emozioni forti.
**** poveri genitori, incolpati perfino di questo….non bastava la disgrazia (mai perdonata) di averci messo al mondo senza il nostro consenso, e la colpa per non averci desideratoamatobaciatoabbracciatococcolato come avremmo voluto…ora pure la colpa di averci imposto il matrimonio!