17 aprile 2009

ISTRUZIONI PER L'USO

Il problema maggiore, per noi uomini, è la mancanza di etichetta. Non intendo i buongiorno e i buonasera, le carinerie come aprire lo sportello, pagare il conto al ristorante, fissare lungamente negli occhi trasognanti una donna ed effettuare un elegante baciamano. Parlo proprio di Etichetta, come quella delle T-Shirt.
Una sorta di “istruzioni per l'uso”: dedicate, personalizzate, che ci aiutino a districarci nel dedalo dell'avere a che fare con una femmina.
Non voglio qui addentrarmi nelle differenze tra donne di paesi diversi, ma parlare proprio di donne che condividono il luogo di residenza, il vissuto, gli amici, la religione e, a volte, gli amanti.
Nella mia piccola e insignificante esperienza ho notato importanti differenze, la maggior parte per esperienza diretta e talune in “altissime” dissertazioni delle proprie esperienze sessuali al bar con gli amici, taluni omettendo nomi e cognomi, e talaltri invece presentando tanto di foto esplicative fatte con il cellulare.
Insomma il campionario femmineo (scusatemi il termine) è vasto e curioso, e piuttosto indistricabile per un pover'uomo, seppur volenteroso, che armato di buona volontà si trova per le prime volte in intimità con la donna di turno. Il dramma si inasprisce se la capacità dialettica della donna è limitata o se essa è priva di tatto. Per quanto noi maschietti siamo macchine semplici e prevedibili non siamo privi di sensibilità. Per cui possiamo rimanere male ad uno scatto troppo repentino di una donna cui abbiamo urtato una parte sensibile (e che, inspiegabilmente, te lo viene a dire solo quando è troppo tardi) soprattutto se è seguito da una frase di stampo edile/muratoriale sulle innate capace relazionali di tua madre. Altrettanto se la timidezza le impedisce di interrompere l'idillio di passione, salvo poi lamentarsi con le amiche perchè ci si è strofinati troppo o troppo poco, o sorprenderle in un'espressione di impassibile sofferenza come fosse Maria di Lourdes aspettando che tutto finisca.
Ovviamente queste sono esagerazioni atte a inquadrare il problema, e come tali vanno prese. Però è vero che, se vogliamo usare i termini esatti senza girarci intorno, molte donne amano un massaggio energico, veloce, persistente sulla clitoride mentre altre ne apprezzano la sottrazione, il tocco velato, il girarci intorno. Senza considerare che i capezzoli, comunemente considerati zona erogena ad alta sensibilità, sono talvolta considerati zona off-limits, pena prendersi una sberla (questa è proprio una mia esperienza personale, di cui porto incolmabili segni psicologici!) e non per strane credenze religiose, ma solamente perchè tale zona provoca fastidio.
Per cui a volte la “sottrazione” elencata sopra, è un bisogno, non un vezzo. Una eccessiva stimolazione crea fastidio. Una scarsa stimolazione in talune provoca noia. Ma quale è il giusto metro? Come diceva la padrona di casa di questo blog, la maggior parte dei problemi è risolvibile con l'eloquio, anche se questo non ci può aiutare a superare le difficoltà di incastro. Beh, l'incastro è un tema caldo che meriterebbe un post a sé, ma sintentizzando, nonostante tutta la buona volontà, persone che si incastrano male, anche potessero parlarne per decenni, migliorerebbero la situazione senza comunque mai risolverle del tutto i loro problemi.
Per motivi di spazio ho voluto soffermarmi sulle zone erogene più comuni, ma il ventaglio femminile è terribilmente più vasto e complesso, e non merita di essere minimizzato così: chi non sopporta che gli si tocchi/baci l'orecchio, chi non sopporta che gli si accarezzi la testa, chi vuole un rapporto veloce ed energico e chi lento e dolce, chi preferisce l'animalità e chi le rose, chi la brutalità e chi le carezze.
Concludo dicendo solo una cosa: AIUTATECI!

Presidente della Lega per l'Etichetta sulla Donna


P.s. Delicata, maneggiare con cura, a mano lieve.
P.p.s Sportiva, resiste alla massima centrifiga, in acqua bollente
P.p.s. Naturale, non usare addittivi.

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